M5s e il gran rifiuto… virtuale.

Hanno appena messo il piede nei palazzi romani, che già iniziano a rimangiarsi le prime briciole di ciò che van cianciando da lungo tempo.

Gran rifiuto di Celestino V

Il gran rifiuto si ripete

I fenomeni sono loro, gli intrepidi grillini. Tutta la sceneggiata, che accompagnerà questa nuova legislatura, poteva forse non cominciare con il caposetta intento a raccontare storielle poco rispondenti alla verità? Naturalmente no!

E infatti, proprio oggi, si è udito il buon Beppe esortare il PD e il suo smacchiatore per eccellenza a rinunciare ai cospicui rimborsi elettorali. Il M5s sarebbe immediatamente disposto a rifiutare ben 42 milioni di euro.

Ma… Huston, abbiamo un problema! Secondo quanto riportato qui, si scopre che:

i movimenti e i partiti per aver accesso ai rimborsi devono depositare il proprio statuto al Presidente del Senato e al Presidente della Camera.

Sorpresa… Il M5s non ha uno statuto. E per i grillini è pure un vanto. Morale: secondo la legge, il movimento in questione non dovrebbe ricevere neppure un fico secco.

C’è un piccolo dettaglio però che dice che per depositare lo statuto si hanno 45 giorni dalla data delle elezioni. Ora, i grillini si sono infilati nel primo vicolo cieco della loro avventura parlamentare. Infatti, se consegnassero uno statuto tirato su dal naso all’ultimo momento per farsi belli davanti agli italiani e per rendere ufficiale la loro rinuncia, perderebbero la faccia perchè metterebbero sotto i piedi il loro primo convincimento che consisterebbe nel non essere un partito come gli altri, fatto evidenziato proprio dalla mancanza di uno statuto. Se invece facessero finta di nulla, sarebbe inequivocabilmente la prima ufficiale presa per i fondelli della loro carriera parlamentare, perchè tutti sono capaci di rinunciare a qualcosa cui NON si ha diritto. Staremo a vedere.

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